Puglia - vino che punta sulla qualità
La viticoltura in Puglia risale all'epoca fenicia, ma furono i romani ad apprezzare per primi i vini pugliesi, tant’è che il poeta Orazio li paragonò addirittura al Falerno, considerato il vino più ricercato dell'epoca. La fillossera, però devastò quasi la totalità dei vigneti.
Tuttavia, quel periodo non fu privo di alcuni risvolti positivi: i produttori, infatti, approfittarono della perdita per apportare cambiamenti significativi al loro sistema di produzione, puntando sulla qualità con l'introduzione dei vitigni Negroamaro e Primitivo. Il successo fu così consistente e diffuso che, ancora oggi, questi vitigni rappresentano il modello di enologia pugliese nel mondo.
La Puglia, il tacco d'Italia, è lunga 350 km, è bagnata da 2 mari, Ionio e Adriatico ed è la seconda (a volte terza) regione produttrice di vino dopo il Veneto e la Sicilia.
Puglia – cosa si nasconde dietro il nome e il suo clima
Il nome della regione, A-pluvia, significa “mancanza di pioggia”. Ai vecchi tempi, i vini potenti e intensi del sud, aiutavano i produttori del nord durante la crisi degli anni '60 e '70, prima che scoprissero come maturare le uve in modo efficace. Oggigiorno, una piccola ma crescente parte del vino finisce ancora nelle loro bottiglie.
Il clima mediterraneo, gli inverni miti, le estati calde, le basse altitudini, le escursioni termiche e le brezze marine, mitigano le temperature e producono vini ricchi, potenti e speziati. Bisogna ricordare che “Sud” non significa necessariamente che le uve siano appassite, e molti dei vini pugliesi lo dimostrano.
Straordinari vini fruttati
Oggigiorno, la regione è famosa per i suoi rinomati vini a base di uve autoctone, da cui si producono rossi fruttati e robusti a base di Primitivo (o Zinfandel), Negroamaro, Nero di Troia, Susumaniello, Bombino Bianco e Bombino Nero. Ma si possono facilmente trovare anche uve internazionali come lo Chardonnay e il Moscato.
I vini rossi pugliesi fruttati sono un ottimo modo per iniziare a prendere confidenza con i vini italiani, in quanto sono convenienti, facili da bere, il più delle volte amabili, corposi, fruttati, e succosi. Circa il 3% della produzione pugliese rientra nella classificazione DOC. Ciò significa che i produttori di vino hanno molta libertà di produrre grandi vini seguendo le regole della denominazione IGT.
La storia del Primitivo
La storia del "Primitivo" in Puglia inizia nella seconda metà del Settecento quando don Filippo Indelicati lo piantò per la prima volta nelle campagne di Gioia del Colle. Il nome “Primitivo” rivela la predisposizione di questo vitigno a una maturazione precoce o “primaticcia”.
La somiglianza con lo Zinfandel fu scoperta per caso nel 1967, quando un professore californiano in visita in Puglia, mentre assaggiava del vino Primitivo, dichiarò che gli ricordava molto lo Zinfandel. Studi ampelografici e analisi più recenti del DNA hanno confermato che i vitigni provengono entrambi dall’uva Crljenak Kastelanskj delle isole dalmate.
Hai mai assaggiato la versione dolce del Primitivo di Manduria?
Il Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG è nato nel 2011 ed è stato il primo vino pugliese a guadagnarsi questa classificazione. Viene prodotto con uve appassite direttamente in vigna, e da queste uve molto mature si riesce a produrre un vino potente, strutturato, caldo e dolce di cui vi innamorerete.
Il Primitivo è spesso un partner di miscelazione complementare e aiuta ad ammorbidire i tannini del Negroamaro. Aggiunge morbidezza e corpo ai vini, grazie ai sapori fruttati e speziati e all’alta gradazione alcolica.
Il Negroamaro, che significa “negro = nero” e “amaro = amaro”, è coltivato nelle zone più calde della Puglia, principalmente nel Salento. È stato descritto da molti intenditori come un vino tannico, dal colore intenso, che può essere ancora più ricco e morbido se invecchiato. Tutto il suo carattere dipende dall'annata e dalla vicinanza alle fresche brezze provenienti dal Mar Ionio.
Il metodo “appassimento”
Il metodo dell'appassimento è molto diffuso in Puglia. Le uve vengono vendemmiate manualmente all'inizio di metà settembre o anche successivamente, a seconda dello stile di vino desiderato.
Alla fine di agosto, solitamente, quando le uve raggiungono la perfetta maturazione, i produttori possono utilizzare diverse tecniche per appassire le uve: "soffocamento del raspo" con l’interruzione del flusso di nutrienti dalla pianta all'uva, che porta i grappoli ad appassire naturalmente sulla pianta, o selezionare e raccogliere le uve per poi appassirle su graticci in ambienti ben areati - proprio come nel caso dell'Amarone della Valpolicella e della Valtellina, ma solitamente per non più di 1 mese.
I vini che ne derivano hanno un colore rosso rubino intenso, con un bouquet complesso che ricorda la marmellata di ciliegia, lampone oppure di prugna. L'affinamento in legno aggiunge un piacevole aroma tostato e speziato. Il vino è corposo, morbido ed equilibrato, con sentori di frutti di bosco, tannini eleganti e vellutati con un finale lungo e persistente. Perfetto con arrosti di carni rosse, selvaggina e formaggi a pasta dura. Gli stupendi rosati che arrivano dalla Puglia
La Puglia è un'importante produttrice di splendidi rosé (o rosato, come viene chiamato localmente) principalmente da Primitivo e Negroamaro, ma può contenere anche altre varietà come Malvasia Nera, Susumaniello e Nero di Troia. I sapori fruttai, la facile beva, unite ad un palato rotondo e armonioso, rendono i rosati pugliesi ottimi per ogni occasione, dall'aperitivo alla cena con gli amici.
Il Moscato di Trani DOC è un altro grande vino da dessert della parte settentrionale della Puglia. Divenuta DOC negli anni Settanta, era comunque famosa anche prima, quando i mercanti veneziani si fermavano in zona e compravano grandi quantità di questo dolce nettare di uva, prima di fare ritorno a casa.
Domande frequenti:
Cosa c'è di così speciale nei vini della Puglia?La Puglia è degna di nota per i suoi vini rossi audaci, corposi, ricchi e strutturati. Ma non dimenticare di provare la vasta gamma di rosé mentre visiti questa splendida regione, insieme ai vini “appassimento” e il dolce Moscato di Trani.
Quali sono i vitigni più diffusi in Puglia?La Puglia è la terra promessa per le uve rosse come Primitivo o Zinfandel, Negroamaro, Nero di Troia, Susumaniello. Tra i bianchi scoprirai Bombino Bianco, Bianco d'Alessano o Verdeca.
Quali tipi di cibo si sposano meglio con i vini dalla Puglia?Rossi leggeri: orecchiette di pasta alle cime di rapa. Rossi corposi: “bombette” di carne o carne di cavallo cotta lentamente. Bianchi: pesce fresco crudo, qualsiasi tipo di pasta con gamberi, cozze o salmone.
Non ti resta che esplorare la regione. I grandi vini si accompagnano a grandi storie.
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